Sono giorni drammatici quelli che stiamo vivendo a causa del Coronavirus e di questa terribile epidemia che ci tiene con il fiato sospeso, offrendoci terribili scenari di sofferenza e morte. Un nemico invisibile questo “Covid-19”, il virus che ha completamente stravolto le nostre  abitudini. Contagi, quarantena, terapie intensive, decessi, sembrano essere solo queste le parole e gli argomenti che ogni giorno, purtroppo entrano nelle nostre case, attraverso i mezzi di comunicazione di massa e si fanno i conti con l’angoscia, il senso di impotenza, la solitudine… Le famiglie vengono isolate, le persone messe in quarantena, gli anziani, per ragioni di sicurezza, costretti ad evitare i contatti con figli e nipoti, potenziali “untori”, che potrebbero mettere a rischio la loro già fragile salute. Così c’è chi si organizza e ricorre agli smartphone e alle videochiamate per avere un surrogato di affetto, la visione di un sorriso incoraggiante.

Il governo corre ai ripari, le misure cautelative diventano ogni giorno più rigide, nella speranza di contenere i contagi e vincere la battaglia contro il virus. Le città si fermano, si chiudono le porte di negozi e uffici, vengono annullati persino le celebrazioni religiose e gli incontri in parrocchia. Eppure una porta resta aperta: quella della carità. Una carità che nessuno può annientare e che può, anche in un momento di crisi come questo, riscoprirsi più forte, operativa. E’ per questo motivo, che anche nel pieno dell’emergenza sanitaria, Caritas continua con entusiasmo il suo operato e la sua attività di assistenza e di attenzione ai bisognosi anche se, con le dovute precauzioni e nel rispetto di tutte le norme previste per contenere la diffusione del virus. Alcuni servizi già esistenti continuano ad essere attivi ma si riorganizzano alla luce dell’emergenza sanitaria. Si cerca di evitare il contatto diretto con le persone, per evitare di esporsi e di esporre gli altri a rischi, ma i centri di ascolto restano comunque attivi. Resta in vigore anche il “pacco alimentare” per il quale è stato pensato un sistema di consegna a domicilio che avverrà nel rispetto di tutte le norme igienico-sanitarie obbligatorie. Anche la mensa dei poveri si riorganizza alla luce dell’emergenza Coronavirus. E’ stato introdotto il pasto d’asporto, per coloro i quali hanno la possibilità di consumarlo presso il proprio domicilio. Coloro che fossero costretti, invece, a consumare il pasto presso la mensa, verranno opportunamente tutelati. Agli ospiti sono garantite tutte le norme igienico sanitarie previste.

Caritas scende in campo, inoltre, al fianco di tutti gli operatori sanitari e di coloro i quali necessitano di essere sottoposti a quarantena, mettendo a disposizione anche alcune camere preso le sue strutture. La Caritas di Teggiano-Policastro ha, inoltre, risposto anche all’appello sollevato da numerosi cittadini e ospedali, riguardo la mancanza dei dispositivi di protezione individuale, in primis delle mascherine. Ha infatti avviato, nei giorni scorsi, la fornitura agli ospedali “Maria SS. Addolorata” di Eboli e “Luigi Curto” di Polla, di mascherine fabbricate con l’aiuto di alcune imprese sartoriali del territorio e il supporto della Protezione Civile Vallo di Diano.

Solidarietà, carità, collaborazione non vanno in quarantena: Caritas resta sempre accanto a tutti coloro che sono più fragili e bisognosi di aiuto, offrendo il suo servizio come atto di fede, con quell’entusiasmo di chi crede con convinzione che è solo con l’aiuto reciproco, la cooperazione e l’amore che possono vincersi tutte le sfide, anche quelle più dure.